Ogni settimana viene scelta una immagine realizzata da uno dei nostri associati. L’immagine è accompagnata dalla descrizione del tipo di soggetto e le sue caratteristiche e, inoltre, vengono riportati i dettagli di ripresa (tipo di strumentazione impiegata, n° di pose, ecc.).

L’immagine proposta questa settimana è l’ammasso stellare aperto M45 conosciuto anche con il nome di Pleiadi, immagine realizzata da Vittorio Liberti.

Avete mai alzato gli occhi al cielo in una notte limpida, rimanendo affascinati da un gruppo di stelle brillanti, così vicine da sembrare un gioiello scintillante incastonato nel velluto oscuro dell’universo? Probabilmente avete ammirato le Pleiadi, un ammasso stellare che ha ispirato miti e leggende in innumerevoli culture, visibile nella costellazione del Toro, non lontano dalla brillante stella Aldebaran.
La splendida immagine delle Pleiadi cattura perfettamente la loro bellezza eterea. Sette stelle principali, avvolte in un alone di nebulosità, sembrano danzare in un valzer cosmico. Ma chi sono queste sette sorelle che brillano nel firmamento?
Nella mitologia greca, le Pleiadi erano le figlie di Atlante, il titano condannato a sorreggere il peso del mondo, e della ninfa Pleione. La loro storia è intessuta di romanticismo, tragedia e trasformazione. Perseguitate dal cacciatore Orione, le Pleiadi furono trasformate in colombe da Zeus per proteggerle, e infine elevate al cielo come stelle.
Il loro nome, che significa “colombe” in greco antico, evoca l’immagine di questi uccelli che volano via, liberi e leggeri. Ma il mito delle Pleiadi non è solo una storia greca. Popoli di tutto il mondo hanno intrecciato le proprie narrazioni attorno a queste stelle, vedendole come dee, ninfe, o persino come un portale verso altri mondi.
Dal punto di vista astronomico, le Pleiadi sono un ammasso aperto di stelle relativamente giovani (M45 nel catalogo Messier), nate dalla stessa nube di gas e polvere circa 100 milioni di anni fa e distante da noi circa 440 anni luce. Ad occhio nudo, in condizioni di cielo ottimali, si possono distinguere fino a sette stelle, le più luminose dell’ammasso, mentre in realtà ne contiene molte di più. La loro brillantezza è dovuta alla loro giovinezza e alla temperatura elevata, che le fa brillare di un colore bianco-azzurro intenso.
La nebulosità che circonda le Pleiadi è un resto della nube primordiale da cui sono nate. Questa nube, illuminata dalla luce delle stelle (nebulosa a “riflessione”), crea un effetto di alone magico conferendo alle Pleiadi un aspetto etereo e misterioso.
Le Pleiadi sono molto più di un semplice ammasso di stelle. Sono un ponte tra il cielo e la terra, tra il mito e la scienza. L’immagine ci ricorda che il cielo notturno è uno spettacolo che non smette mai di affascinare e ispirare.
Un nome legato alle Pleiadi: Subaru. Sicuramente quasi tutti conoscerete la famosa casa automobilistica giapponese. In giapponese, la parola “Subaru” significa “unire” o “raggruppare”. Questo termine è anche il nome giapponese per l’ammasso stellare delle Pleiadi. Il nome fu scelto da Kenji Kita, il primo presidente di Fuji Heavy Industries (FHI), la società madre di Subaru, perché, oltre a essere il nome di un ammasso stellare, voleva che il nome della sua azienda riflettesse l’unione di cinque aziende che si erano fuse per formare FHI. Il logo di Subaru, che presenta sei stelle (anche se le Pleiadi sono sette, nel logo ne vengono rappresentate solo sei), è un richiamo diretto all’ammasso stellare e al significato del nome.
La prossima volta che ammirerete le Pleiadi pensate alle sette sorelle del mito, alle colombe trasformate in stelle e alla loro storia millenaria. E ricordate che l’universo è pieno di meraviglie, basta saperle osservare con occhi curiosi e cuore aperto.
L’immagine è stata ottenuta da Venezia attraverso la somma di 230 immagini singole da 120″ ciascuna.